giovedì 16 gennaio 2014

IL SISTEMA ZONALE 3° parte

Abbiamo visto fino a qui come funziona e come e' tarato un esposimetro, e come " ingannarlo" quando lui cerca di " ingannare" noi.
Ma cosa c'entra tutto questo con il sistema zonale?
Dobbiamo fare una premessa, il sistema zonale e' una tecnica inventata dal grande fotografo Ansel Adams, utilizzata a suo tempo ovviamente per il bianco/nero, ed e' un procedimento nel suo insieme molto complesso perché riguarda tutte le fasi dello scatto a partire dalla visualizzazione del risultato finale, cioe' l' avere in testa prima dello scatto il risultato che vogliamo ottenere, per passare poi alla fase della misurazione della luce in vari punti della scena inquadrata, la scelta del tipo di pellicola da usare, normalmente lastre di grandi dimensioni , una per ogni scatto, in modo poi da poterle trattare separatamente in fase di sviluppo e stampa in camera oscura.
In fase di stampa infine dopo i vari provini, e dopo avere scelto i reagenti chimici più indicati per il risultato visualizzato, usando la tecnica di mascheratura e bruciatura, si riesce ad ottenere il risultato visualizzato.
Ovviamente ogni stampa e' praticamente unica, raramente due o piu' stampe dello stesso negativo saranno uguali fra loro.
Tornando a noi e ricordando sempre che il nostro esposimetro rendera' sempre il soggetto inquadrato di intensita' uguale al grigio 18%, dobbiamo memorizzare un altro concetto: il grigio 18% corrisponde nella scala del sistema zonale al valore V ( in numeri romani ).
Per capire "sul campo" vi consiglio di fare cosi':
inquadrate un soggetto uniforme che abbia una certa texture, tipo un tronco, una tavoletta di legno, un telo di juta, una fila di mattoni ecc., fotocamera su cavalletto eseguite ora uno scatto " normale" usando un diaframma medio e un tempo di scatto intorno al 1/60 di sec. cambiando la sensibilita' del sensore fino a trovare la coppia giusta.
Avrete cosi' ottenuto l'immagine con valore V.
Fate ora una serie di scatti sottoesponendo volutamente a intervalli di 1 stop cambiando il tempo di esposizione e tenendo fisso il diaframma ( fotocamera in manuale ovviamente), il primo prendera' valore IV e cosi via fino a valore O.
Allo stesso modo sovraesponete sempre di 1 stop alla volta fino al valore X.
Otterrete una serie di scatti riassumibili in una tabella come la seguente:

valore O    1/2000 sec.
valore I      1/1000 sec
valore II     1/500 sec.
valore III    1/250 sec.
valore IV    1/125 sec.
valore V     1 /60 sec.   valore medio grigio 18%
valore VI   1/30 sec.
valore VII  1/15 sec.
valore VIII 1/8 sec.
valore IX    1/4 sec.
valore X     1/2 sec.
Noterete ad un attento esame che i valori III, IV, V, VI, VII permettono una lettura dei dettagli piu' o meno evidente ma sempre possibile , nei valori II e IX invece i dettagli sono praticamente illeggibili, agli estremi della scala  il valore X corrisponde al bianco puro e il valore O al nero profondo.
Nei prossimi post vedremo qualche esempio, nel frattempo rileggete e memorizzate bene il concetto riassunto nella tabella . 
Buone foto.

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