lunedì 20 gennaio 2014

CAMERA OSCURA BIANCO/NERO FOTOGRAFIA ANALOGICA 1° parte STAMPA FINE ART

Chi sta leggendo queste righe molto probabilmente avra' gia' provato a stampare in camera oscura, e altrettanto probabilmente non e' rimasto soddisfatto dei risultati ottenuti e ha mollato tutto.
Perche' ci si puo' accontentare di una qualita' di stampa normale o buona, ottenuta dopo un po' di esperienza sul campo, che puo' sembrare anche ottima se confrontata con lo standard di un laboratorio di sviluppo e stampa ma che difetta di qualcosa rispetto a quella stampa osservata a quella mostra di quel famoso fotografo.
La nostra e' una buona stampa, quella invece e' un capolavoro, ha un qualcosa di diverso che non sappiamo descrivere ne tanto meno capire, e' diversa e basta, e' tutto perfetto e tutto al posto giusto.
 Ci sembra una cosa unica e irripetibile, e probabilmente lo e'.
Stampare bene in camera oscura non e' difficile, basta frequentare uno dei tanti mini corsi che di solito vengono fatti nei circoli fotografici della propria citta', procurarsi un'attrezzatura adeguata e fare esperienza annotandosi di volta in volta tutti i parametri e migliorandosi la volta successiva.
La stampa FINE ART in Italia e' un concetto un po' astratto, da noi non esiste la cultura, se non in rari casi, per considerare una stampa fotografica al pari di una pittura o una scultura o altra forma d'arte.
La fotografia in generale, e la stampa intesa come terminale di tutto il processo, e' da sempre ritenuta un' arte di seconda scelta, in alcuni periodi addirittura ripudiata, quindi e' purtroppo normale, per  chi volesse approcciarsi in modo decisamente artistico, trovarsi smarrito in un universo di mediocrita', impossibilitato a riconoscere un punto fermo al quale riferirsi, per quanto riguarda l'apprendimento delle tecniche e il reperimento dei materiali.
Questo anche perché, sempre in Italia, esiste una specie di dualismo fra chi si ritiene un fotografo creativo e chi si ritiene un esperto di tecnica, ognuno esaltandosi nel proprio ruolo scelto quasi denigrando l'altro, come se le due cose non potessero coesistere nella stessa persona.
Un creativo si sente autorizzato, anzi invogliato dalla moda, a trascurare la tecnica perché cosi' e' piu' "snob", e il tecnico non si sforza di usare anche il proprio lato creativo perché non e' suo compito farlo.
Oltre a questo da noi e' molto piu' difficile e costoso reperire i materiali rispetto a tanti altri paesi del Nord Europa e Stati Uniti, ulteriore concausa della scarsita' di fotografi specializzati veramente nel settore, ritenuto a ragione una nicchia per pochi, ma proprio per questo secondo me interessante per la possibilita' di distinguersi ed emergere dalla massa degli stampatori normali.
Dovro' essere un po' brutale per non illudere i volenterosi ma inadatti a cimentarsi in questa tecnica.
Tutto e' lecito e possibile se si tratta di fare esperienza e acquisire manualita' in camera oscura, conoscere la teoria e la chimica del processo, imparare a muoversi e maneggiare gli oggetti al buio e cosi' via, tutto questo risultera' sempre utile.
Tuttavia difficilmente riuscirete ad ottenere una vera stampa FINE ART partendo da un negativo 35mm, secondo me come minimo dovrete munirvi di un' attrezzatura medio formato 6x6 o 6x4,5,
 perché il negativo e' molto piu' grande e quindi permette di ottenere ingrandimenti maggiori piu' dettagliati e puliti.
Meglio ancora per chi vuole il massimo, attrezzarsi con fotocamere specialistiche tipo Banco Ottico, che usando  negativi a lastra di vari cm di lato, anche 20x30 e oltre, permettono di ottenere il massimo del dettaglio e il massimo della gamma tonale dei grigi, perché  hanno uno strato sensibile di argento piu' spesso, e inoltre hanno il grande vantaggio di poter essere esposti e sviluppati singolarmente, ognuno a seconda del risultato da ottenere.
Oltre al costo dell' attrezzatura da ripresa, bisogna considerare anche lo spazio che dobbiamo avere a disposizione trattandosi quasi sempre di stampe di grandi dimensioni, e ingranditori particolari per proiettare i negativi, a meno che non si voglia stampare per contatto nelle dimensioni originali del negativo.
Io comunque mi sentirei di consigliare come un buon compromesso il formato 6x6 che io stesso uso,
con poco piu' di 1000 euro possiamo trovare una Hasselblad con ottica e un buon ingranditore, oltre all'attrezzatura base da camera oscura.
Come ultimo consiglio generico posso dire a chi ritiene la precisione assoluta e la pulizia come un optional, di non sprecare tempo in questa difficile tecnica , in quanto differenze di qualche decimo di grado di temperatura o di qualche secondo di trattamento, possono portare a risultati molto diversi.
Nei prossimi post entreremo nei dettagli riguardo agli accorgimenti da tenere in camera oscura, e ai vari test da fare con la nostra attrezzatura per partire con il piede giusto.





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