giovedì 23 gennaio 2014

CAMERA OSCURA BIANCO/NERO FOTOGRAFIA ANALOGICA 4° parte STAMPA FINE ART

Quale tipo di carta scegliere nel mucchio delle offerte?
Anche se i produttori sono rimasti pochi il mercato offre ancora una certa scelta, indipendentemente dalla marca, io uso e consiglio carta a contrasto variabile altrimenti detta VC, questo perché con un solo tipo di carta possiamo rispondere ad ogni nostra  esigenza.
Se state leggendo queste righe sapete gia' come funzionano, ma  per chi invece non lo sapesse le carte VC cambiano contrasto a seconda del tipo di filtro che usiamo in fase di esposizione con l'ingranditore.
Il fatto che con questo tipo di carta possiamo ottimizzare il contrasto in fase di stampa, non ci esonera dal partire da un negativo correttamente esposto in fase di ripresa, come descritto nei precedenti post sul SISTEMA ZONALE.
In ogni caso e' sempre preferibile usare queste carte impostando una gradazione media 2-3, ignorando le piu' estreme se non per emergenze con negativi non perfetti, quindi in qualche modo da recuperare, ma qui non parliamo piu' di FINE ART ma di stampe normali.
Per stampe FINE ART scartate subito le carte POLITENATE, sono troppo lucide, fastidiose per i riflessi, si sporcano subito di impronte digitali, inoltre sono troppo sensibili e veloci, quindi difficilmente gestibili in fase di stampa.
La carta da usare e' senza dubbio la BARITATA LUCIDA, bellissima da vedere e capace di offrire, se stampata a regola d'arte, una gamma tonale praticamente perfetta, ovviamente deve essere a regola d'arte anche tutta la fase preparatoria, come detto nei post precedenti, partite dal negativo piu' grande possibile o almeno dal miglior compromesso che per me e' il formato 6x6, esposto perfettamente e sviluppato con la massima attenzione, usando carte e prodotti chimici freschi e dopo aver verificato con i test precedenti la qualita' della  vostra attrezzatura.
Indipendentemente dal tipo di ingranditore che state usando, con TESTA VC, o con CASSETTO PORTAFILTRI, o con TESTA A COLORI, per impostare le prime prove basatevi sui valori di filtraggio consigliati dalla casa fotografica che avete scelto, poi verificheremo con dei test, se questi valori sono abbastanza precisi o vanno invece interpretati e corretti.
Per chi ha bisogno di qualche dettaglio in particolare mi contatti pure al mio indirizzo email.
In ogni caso, mi sento di consigliarvi di scegliere un solo tipo di carta, e un solo tipo di sviluppo, e di basarsi su di loro, tranne esigenze particolari, testandoli e imparando a conoscerli a fondo, in modo tale da far coincidere il più  possibile il risultato finale  con il progetto  che avevate in mente.
Ogni variazione di gradazione di filtro in teoria dovrebbe avere un comportamento lineare, sia ad aumentare sia a diminuire, cioe'  gli intervalli dovrebbero essere tutti uguali e portare a variazioni costanti, ma sara' davvero cosi?
Puo' darsi ma bisogna verificarlo con un altro test.
Supponiamo per semplicita' che il vostro sia un ingranditore con testa VC, ma il discorso e' analogo anche per gli altri, scegliete un negativo "buono" cioe' esposto e sviluppato bene con un ampia gamma tonale, impostate un valore VC medio e stampate come sempre avendo cura di usare reagenti freschi e preparati in quantita' abbondante per fare diverse stampe senza il rischio di un rapido esaurimento.
Annotate tutti i dati dietro la stampa.
Eseguite ora la stessa operazione variando, sia a salire sia a scendere, il valore VC sempre annotando tutto.
Una volta pronte le stampe mettetele sul tavolo una di fianco all'altra seguendo la scala dei valori VC del vostro ingranditore, e osservatele con buona luce molto attentamente.
Puo' darsi che i cambiamenti di contrasto fra una stampa e la vicina siano effettivamente lineari e costanti, oppure noterete che ci sono degli scalini eccessivi o assenti cambiando filtro.
Questo vi permettera' ancora una volta di conoscere a fondo la vostra attrezzatura ottenendo risultati migliori e risparmiando tempo e denaro.

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