domenica 26 gennaio 2014

CAMERA OSCURA BIANCO/NERO FOTOGRAFIA ANALOGICA 7° parte L'INGRANDITORE

Nei post precedenti abbiamo preso come esempio per le nostre stampe il tipo di carta a contrasto variabile e un ingranditore con testa VC.
Ma ne esistono certamente altri tipi, tutti con caratteristiche diverse, ed ognuno di loro  con pregi e difetti.
Prima di tutto essendo l'ingranditore in pratica un proiettore di fascio luminoso, vediamo quali sono le fonti di illuminazione più comuni.
La prima e più comune e' la lampada ad incandescenza, la comune lampadina, anzi ex lampadina, perché ormai praticamente "fuori legge" e  sostituita oggi da "ecolampadine", che possono aver creato qualche problema di alloggiamento all'interno della testa dell'ingranditore, e che sicuramente hanno un' intensità luminosa minore, anche se forse scaldano un po' meno, cosa che e' sempre stato il tallone di Achille delle lampadine a incandescenza, oltre alla temperatura di colore piuttosto bassa tendente al rosso, che poteva falsare in qualche modo l'utilizzo dei filtri. 
Le lampadine alogene hanno una temperatura di colore più alta quindi meno rossastra e più neutra, che influenza meno la filtratura, funzionano normalmente a basso voltaggio tramite un trasformatore, scaldano molto meno ma costano abbastanza di più e sono più delicate. 
Poi ci sono le lampadine al neon poco usate perché forniscono una luce troppo verdastra.
Indipendentemente dal tipo di lampadina usata, gli ingranditori si possono dividere in due principali categorie: a condensatori o a luce diffusa.
Gli ingranditori a condensatori  convergono la luce della lampadina posta in alto, tramite una coppia di lenti, direttamente sul negativo, fornendo così un contrasto molto elevato ed un dettaglio molto definito a volte quasi eccessivo, così come e' eccessiva  anche la restituzione di ogni piccolo graffio o granello di polvere presente sul negativo.
 Chi utilizza questo tipo di ingranditore deve curare la massima pulizia e precisione.
Negli ingranditori a luce diffusa come dice il nome, la luce viene riflessa da superfici opaline in varie direzioni prima di essere indirizzata verso il negativo, si perde di intensità', quindi servono lampadine più potenti, ma abbiamo immagini meno contrastate che perdonano di più le piccole imperfezioni del negativo.
Il modello più complesso e' l'ingranditore con testa a colori, che ormai credo nessuno usi più per il suo scopo naturale che sarebbe la stampa a colori da negativo a colori, ma che secondo me e' il migliore per la stampa bianco nero su carte VC, io stesso uso un vecchio IFF DUOGON di qualche decennio addietro.
Funzionano con una lampada alogena e schema a luce diffusa e hanno tre manopole per i filtri, una per ogni canale, giallo, magenta e ciano,  ed e' possibile una regolazione molto più fluida e precisa rispetto ad un ingranditore con testa VC che ha una scala più limitata. 
I canali da usare sono il giallo per diminuire il contrasto e il magenta per aumentarlo lasciando impostato sullo zero il canale ciano. 
Gli ingranditori con testa VC come già detto, funzionano con lo stesso principio di quelli con testa a colori ma hanno solo i due canali del giallo e del magenta.
Per chi ha già, o vuole acquistare un ingranditore più economico, cioè il classico ingranditore a condensatori, niente paura, si possono fare ugualmente ottime stampe, e' soltanto un po' più scomodo l'utilizzo perché dobbiamo inserire i filtri di volta in volta nell'apposito cassettino, stando attenti a maneggiarli e conservarli con cura.
Un ingranditore di questo tipo si trova usato con pochissima spesa, e puo' essere trasformato velocemente, per chi lo desidera, in uno a luce diffusa inserendo un semplice vetro opalino fra la lampada e il negativo, operazione reversibile se si ha la necessita' di avere una stampa contrastata al massimo e nitidissima.
Il difetto comune a tutti gli ingranditori  e' il calore ceduto dalla lampada, anche con quelle che scaldano poco, il vostro negativo se esposto per un tempo lungo, tende ad imbarcarsi, figuriamoci con quelli che scaldano tanto, il risultato e' disastroso in quanto la stampa risulterà con zone completamente sfuocate anche se usate l'obiettivo da stampa più costoso.
Con i negativi di piccolo formato 35mm il difetto si nota meno ma usando formati più grandi, tipo 6x6  come nel mio caso, o 6x9 senza l'aiuto di appositi vetrini che tengono il negativo perfettamente parallelo al piano di stampa, e' praticamente impossibile ottenere una stampa decente. 
Quindi qualunque sia la vostra attrezzatura, o quella che vi volete procurare, state attenti a questi dettagli, perché  ancora una volta sono le piccole attenzioni che fanno la differenza.

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