venerdì 14 febbraio 2014

CORSO DI FOTOGRAFIA GRATIS - LA COMPOSIZIONE- LA REGOLA DEI TERZI

Perché una fotografia attira la nostra attenzione mentre altre no?

Dipende solo dal soggetto e dalla scena, o c'e' invece qualche ragione  più misteriosa che al momento non riusciamo a comprendere, e che ci indirizza in un senso o nell'altro?
Una ragione c'e', l'interesse che suscita un' immagine in chi la osserva dipende molto da come viene presentata, se ad esempio la presentazione e' importante in cucina nel servire in tavola un piatto, dove dovrebbe essere al primo posto il senso del gusto, poi dell'odore e infine della vista, figuriamoci se parliamo di immagini dove l'unico senso che conta e' quello della visione.
Per presentazione non mi riferisco alla cornice o altri abbellimenti di contorno, sto parlando proprio di quello che c'e' dentro la cornice, cioe' la scena inquadrata e da noi rappresentata.
Cosi come in musica, tanto per continuare con gli esempi, ci sono delle regole armoniche da rispettare, dettate da leggi fisiche che regolano i rapporti fra le varie lunghezze d'onda e frequenze del suono, caratteristiche di ogni singola nota o tonalita', e  andare contro di esse ci fa avvertire che c'e' qualcosa di stonato pur non sapendo niente di musica, allo stesso modo di fronte ad un' immagine potremmo avere la percezione che qualcosa non va.
E' successo semplicemente che in quell'immagine non sono state rispettate le regole dell'armonia visiva, cioe' della composizione.
Queste regole da rispettare non sono poi tantissime, le descrivero' brevemente in ordine di importanza
secondo il mio modesto parere, a volte spostandomi anche un pochino dai canoni classici.

Regola n° 1

E' FONDAMENTALE che chi osserva un' immagine, nel nostro caso una fotografia, riesca ad individuare a colpo d'occhio il soggetto, cioe' il cervello deve essere in grado di analizzare e indirizzare in pochi secondi lo sguardo verso il punto strategico della scena che ha di fronte, obbligando lo sguardo stesso a dirigersi subito verso tale punto, e a restare su di esso per il tempo necessario alla visione considerando il resto della scena come un complemento, usa sorta di visione periferica, che il cervello registra ma non considera importante quanto il soggetto principale.
Se un'immagine non ha un soggetto predominante, lo sguardo di chi la osserva vaghera' a vuoto per cercarlo, poi dopo  pochi secondi  mandera' un segnale al cervello, che con tutte le cose che ha da fare non ha tempo da perdere, dicendogli di abbandonare la visione e dedicarsi ad altro.
Quindi al momento dello scatto dobbiamo avere ben chiaro in mente cosa ci ha colpito nella scena che abbiamo di fronte, dobbiamo chiederci poi se puo' interessare allo stesso modo altri osservatori, e solo successivamente tramite la tecnica, trovare il modo di rendere tale sensazione in un'immagine bidimensionale come quella di una fotografia.
Allenatevi ad osservare immagini famose, che siano fotografie oppure pitture ha poca importanza, dopo poco tempo sarete in grado di ricoscere in loro il soggetto principale e a capire perché il vostro sguardo si e' fermato proprio li.

Regola n°2

RIPULITE  LA  SCENA, cioe' togliete tutto quello che non serve e che quindi diventa elemento di disturbo e di distrazione, analizzate bene quello che appare nel mirino della vostra fotocamera e cercate di escludere dall'inquadratura gli elementi inutili sullo sfondo, o davanti al soggetto, o che sbucano da un lato solo con lo scopo di rovinare il vostro lavoro.
E' vero che con la moderna tecnologia ed un programma di fotoritocco tante cose si possono migliorare dopo, ma e' sempre meglio partire con il piede giusto pensando che lo scatto che state per fare e' l'unico della giornata e non e' modificabile.
Tante volte ci accorgiamo guardando una nostra foto a monitor o stampata, di un particolare che prima ci era sfuggito in fase di ripresa, questo perché presi dalla scena e dalla smania non abbiamo posto abbastanza attenzione a tutti i particolari inquadrati, mentre bastava spostarsi di pochi centimetri per escludere dall'inquadratura l'elemento di disturbo.

Regola n°3

 LA SCELTA DEL FORMATO in fase di ripresa ovviamente dipende dal tipo di fotocamera usata e dal suo sensore, e qui abbiamo poche possibilita' di intervento, se il nostro sensore o pellicola hanno formato rettangolare, la scena inquadrata sara' registrata con lo stesso formato, possiamo solo scegliere se darle uno sviluppo orizzontale o verticale.
La scelta e' soggettiva ma non deve essere casuale, ci sono soggetti che si prestano meglio ad inquadrature orizzontali e altri ad inquadrature verticali, a volte e' anche difficile fare una scelta perché il risultato e' interessante in entrambi i casi ma va comunque fatta.
Non proponete mai contemporaneamente la visione dello stesso soggetto ripreso con due inquadrature diverse, sceglietene una e basta, l'altra archiviatela e magari tornera' utile a distanza di un po' di tempo.
Per mio gusto personale preferisco di solito il formato orizzontale per i soggetti a più largo respiro, tipo ampi paesaggi ripresi da lontano, mentre uso il formato verticale quando voglio mettere in risalto un soggetto ben definito, cercando di isolarlo da tutto il resto.
Questo e' valido solo in linea di massima poi le eccezioni sono tante, in ogni caso il formato rettangolare tende a restituire un senso di dinamicita' all'immagine, proprio per la sua natura asimmetrica che ci porta a collocare il soggetto principale in una delle zone auree che sono, dividendo il rettangolo in tre parti orizzontali e in tre parti verticali, i punti di intersezione di tali linee.
E' la famosa e conosciuta da secoli REGOLA DEI TERZI, valida sia in fotografia sia in pittura.




I punti rossi sono quelli dove l'occhio umano  si aspetta di trovare il soggetto principale, proprio  come ascoltando un brano musicale dopo un accordo ci si aspetta di trovare il successivo, secondo la logica dettata dalle regole dell'armonia alle quali il nostro orecchio e' abituato.
Quindi, come regola generale, se nella scena inquadrata c'e' un soggetto da evidenziare, ponetelo in uno dei quattro punti di intersezione, se si tratta invece di un paesaggio collocate l'orizzonte lungo una delle due linee orizzontali dando quindi una maggioranza al cielo o alla terra.


                                                         Finestrina in zona aurea




                                      Orizzonte che taglia circa ad un terzo il fotogramma

Ovviamente non e' categoricamente proibito collocare il soggetto al centro, cosi come la linea dell'orizzonte puo' anche dividere esattamente a meta' il cielo e la terra, l'importante e' essere consapevoli che cosi facendo daremo all'immagine un senso di stabilita' e di immobilità , che con certi soggetti puo anche essere la giusta rappresentazione.
Questo avviene normalmente usando il formato quadrato, che si presta molto bene appunto per la sua caratteristica di perfetta simmetria, a donare al soggetto quella caratteristica sensazione di calma e staticità, specialmente posizionando il soggetto al centro.



  Orizzonte che separa in due parti uguali il cielo dalla terra, e il sole esattamente centrale nel       fotogramma quadrato.
Il massimo della sensazione di stabilita' e immobilità' .




Regola n° 4

Qualche decina di anni fa andava di moda mettere in evidenza il soggetto, spesso una figura umana inserita in un contesto ambientale, facendogli indossare un abito, un ombrellino o un altro particolare di colore molto acceso, generalmente rosso o giallo, per attirare su di esso ancora più attenzione.
Poi c'e' stato un abuso di tale tecnica che e' diventata noiosa e troppo vista, pero' il principio rimane valido, in quanto un soggetto di colore caldo come appunto il rosso, il giallo o l'arancio, attira di più lo sguardo su di esso rispetto ad uno con tonalita' neutra o fredda.
Questo si evidenzia ulteriormente se il soggetto e' posto su uno sfondo neutro o di colore complementare, infatti un soggetto rosso su sfondo verde appare ancora più rosso, così  come uno giallo su sfondo blu appare ancora più giallo.



Il risultato estetico ottimale secondo me, si ottiene quando il soggetto colorato, posto in una delle zone auree, e' bilanciato dalla parte opposta, da un richiamo di tonalita' simile al soggetto ma molto meno invadente, per non distrarre  dal soggetto principale e  rendere invece l'immagine meno squilibrata.



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