giovedì 6 febbraio 2014

CORSO DI FOTOGRAFIA GRATIS- IL TEMPO DI SCATTO

Per concludere la triade dei parametri che regolano la giusta esposizione, affrontiamo ora il terzo argomento:
3° PASSO IL TEMPO DI SCATTO O DI OTTURAZIONE
Ricordo ancora una volta a chi legge questo post, di prendere prima visione dei due precedenti, e di memorizzare bene i concetti base in essi contenuti.
Agli albori della fotografia quando le fotocamere erano poco piu' di una scatola di legno, non esistevano ancora pellicole o sensori, l'immagine veniva impressa su lastre, di solito di vetro, con spalmato sopra il materiale fotosensibile in gelatina.
Ci sono ancora appassionati a queste antiche tecniche e ne parlero' in un futuro post ma la cosa che ci interessa al momento e' che queste lastre, o meglio il materiale fotosensibile spalmato sopra , richiedevano un tempo di esposizione alla luce molto prolungato nell'ordine di secondi o addirittura  minuti, quindi il tempo veniva contato a mente grazie all'esperienza del fotografo, controllato togliendo il tappo davanti all'obiettivo per il tempo necessario, e poi rimettendolo a posto ad esposizione avvenuta.
Poi con il progresso le gelatine sono diventate molto piu' sensibili, fino ad arrivare ai giorni nostri dove il tempo di esposizione standard e' di frazioni di secondo addirittura nell'ordine  di millesimi.
E' evidente quindi che per gestire il giusto tempo di esposizione serve un meccanismo in grado di far passare la luce necessaria in tempi brevissimi e precisi:
L' OTTURATORE
Normalmente  e' costituito da due tendine di materiale sintetico semi rigido che si "inseguono" al momento dello scatto.
Prima di premere il pulsante le tendine sono chiuse impedendo alla luce di colpire la pellicola o il sensore, poi al momento dello scatto parte la prima tendina  facendo passare la luce, e subito dopo parte anche la seconda andando nuovamente a coprire.
L'intervallo di tempo che passa tra la prima e la seconda tendina e' il tempo di scatto o di otturazione, controllato da qualche anno elettronicamente e prima ancora meccanicamente ma con il solito funzionamento.
La differenza sta nella maggiore e costante precisione degli otturatori elettronici, anche se sono piu' delicati e durano un po' meno di quelli meccanici, e che comunque nelle fotocamere al top della gamma sono garantiti per 250.000 scatti e oltre.
I moderni otturatori elettronici sono in grado di permettere tempi di scatto che vanno da millesimi di secondo fino a decine di secondi, oltre alla funzione POSA B che consente di mantenere aperto l'otturatore premendo il pulsante di scatto fino al suo rilascio.
Una scala abbastanza comune da trovare e' la seguente:

1/1000  1/500 1/250 1/125  1/60  1/30  1/15  1/8  1/4  1/2 sec.
 1sec.  2sec.  4sec.  8sec.  16 sec.  Posa B

Anche in questo caso ogni valore e' il doppio o la meta' del vicino e la differenza tra di loro e' ancora di 1 STOP
Com'e' facile intuire un tempo di scatto lungo non permette di fermare l'immagine di un  soggetto in movimento inquadrato, restituendo quindi un' immagine  mossa.
 Questa caratteristica permette di ottenere immagini creative che danno il senso del movimento.




Questo tipo di impostazione con tempi lunghi e' molto usata fotografando ad esempio il movimento dell'acqua, che appare come un morbido fluido privo di dettagli dall'aspetto quasi onirico.





Viceversa usando tempi di scatto brevissimi tipo 1/1000 di secondo o anche più' veloci , siamo in grado di fermare nell'immagine il movimento del soggetto, impostazione indispensabile nella foto sportiva, nella macrofotografia e anche nei paesaggi dove riteniamo importante congelare il movimento.





L'utilizzo di tempi di scatto lunghi ci obbliga ad utilizzare il treppiede per evitare il mosso dovuto non solo al soggetto in movimento ma soprattutto al movimento involontario e inevitabile del fotografo,
mentre usando tempi di scatto molto brevi suddetto pericolo e' scongiurato.
C'e' una regola semplice per capire quando lo scatto che stiamo per fare e' a rischio mosso dovuto al movimento del fotografo, bisogna usare tempi di scatto corrispondenti più o meno alla lunghezza focale dell'obiettivo che stiamo usando.
Ad esempio se stiamo usando una focale di 50mm dobbiamo usare tempi di scatto non più' lenti di 1/50 di secondo, usando teleobiettivo da 200mm dobbiamo usare tempi di scatto non più lenti di 1/200 di secondo.
Con i sensori più piccoli del full frame ( vedi post precedenti) cioè del 24x36 mm classico, e che hanno quindi  un determinato fattore di moltiplicazione, il tempo di scatto di sicurezza va moltiplicato per tale fattore, quindi se il nostro sensore ha un fattore 1,5 usando un teleobiettivo da 200mm non e' più sufficiente un tempo di scatto di 1/200 ma dobbiamo usare almeno 1/300 di secondo o più veloce.
Di volta in volta quindi dobbiamo avere ben chiaro qual'e' il tempo minimo ( più lento) che possiamo utilizzare, e impostare i 3 parametri che ora conosciamo SENSIBILITA', DIAFRAMMA E TEMPO DI SCATTO in modo da evitare errori e delusioni.
Vedremo come nel prossimo post.

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