martedì 4 febbraio 2014

CORSO DI FOTOGRAFIA GRATIS- LA GIUSTA ESPOSIZIONE - LA SENSIBILITA'-

Uno dei concetti chiave da capire a fondo in ambito fotografico e' l'esposizione.
 Che si tratti di pellicola o sensore digitale non fa nessuna differenza, diciamo che scattando in digitale abbiamo la possibilita' di verificare subito il risultato invece di aspettare giorni o settimane come succedeva con la pellicola.
I parametri che regolano e controllano l'esposizione sono tre:
La sensibilità.
 Di natura chimico-fisica se si tratta  di pellicola, o elettronica nel caso di sensore digitale.

L' apertura del diaframma.

La velocita' di scatto, o tempo di otturazione.

Il comprendere  bene come questi tre parametri sono fra di loro strettamente collegati, e come funzionano presi singolarmente, ci porta subito di diritto nella fascia dei  fotoamatori che sanno quello che fanno, staccandoci dalla massa dei fotamatori che invece scattano  e sperano.
Questo perché e' fondamentale sapere che ogni volta che noi facciamo una scelta inerente ai suddetti tre fattori, impostiamo o modifichiamo drasticamente il risultato finale, quindi dobbiamo essere in grado di capire prima in quale direzione stiamo andando e quale risultato ci dobbiamo aspettare.
Invito chi e' agli inizi a seguire passo per passo questo post senza andare avanti prima di aver capito a fondo il passo precedente, e di ritornare su di esso se non siete sicuri di avere capito bene e di avere memorizzato perfettamente il concetto.

Passo n°1 LA SENSIBILITA'.

Premetto che la questione richiederebbe una serie di post molto lunghi per essere trattata a fondo, e mi riprometto di farlo se qualcuno dimostrera' interesse, in quanto  si tratta  di andare a scomodare argomenti di chimica, fisica ed elettronica.
Rimanendo pero' al momento nell' ambito di un post dedicato a chi comincia, cerchero' di esprimere i concetti nel modo il piu' possibile scorrevole  e comprensibile, pur rimanendo sempre a disposizione per chi desidera avere chiarimenti ulteriori.
Tralasciando di trattare in questo post i vecchi materiali fotosensibili che comunque tratterò in futuro in un post dedicato,
parlando invece di pellicole moderne, la loro sensibilita' e' dovuta principalmente alla dimensione dei cristalli di alogenuro di argento in esse contenuti, che sono il materiale fotosensibile in grado di reagire chimicamente e fisicamente all'esposizione luminosa, formando sulla pellicola la cosiddetta immagine latente, che in parole povere e' l'immagine impressa ma non ancora visibile.
I cristalli hanno le dimensioni di micron, cioe' millesimi di millimetro, controllabili durante il processo di produzione industriale ottenendo così  cristalli delle dimensioni volute.

La cosa da capire e da memorizzare e' che piu' i cristalli sono grandi maggiore e' la loro capacita' di reagire alla luce rendendo quindi piu' sensilbile la pellicola, in grado cioe' di registrare immagini sfruttando una quantita' minore di luce disponibile, rispetto ad una pellicola ottenuta con cristalli più piccoli.
Tenete bene a mente pero' che siccome i cristalli formano la grana di una pellicola, piu' sono grandi maggiore e' il disturbo della grana stessa sul negativo e quindi successivamente sulla stampa finale.
Questo vale sia per pellicole negative a colori e bianco-nero, sia  per le diapositive, quindi chi e' alla ricerca della massima nitidezza con una grana ridotta al minimo, deve reperire pellicole di bassissima sensibilità .
Per il bianco-nero si possono trovare ancora pellicole con sensibilità 25 ISO dalla grana impercettibile soprattutto nei formati più grandi del 35mm, le diapositive al massimo, anzi al minimo, offrono i 50 ISO, mentre per le negative a colori si parte dai 100 ISO in su.
Come effetto secondario oltre naturalmente al bisogno di una maggiore quantità di luce disponibile, normalmente le pellicole di bassissima sensibilità hanno anche un contrasto maggiore ed una maggiore saturazione di colore, bellissima nei paesaggi ma deleteria ad esempio nei ritratti.
La scala della sensibilita' detta ISO e' la seguente partendo dal valore minimo di 25 ISO:

25-50-100-200-400-1600-3200-6400-12800 ecc.

Come si puo' notare i valori raddoppiano o si dimezzano, :
ogni variazione in piu' o  in meno equivale ad uno STOP.
Tenete bene a mente questo concetto:

1 STOP = RADDOPPIARE O DIMEZZARE IL VALORE ISO

Ad esempio 100 ISO ha sensibilita' doppia rispetto a 50 ISO, cioe' arriva una quantita' doppia di luce,
allo stesso modo 400 ISO ha sensibilita' dimezzata rispetto a 800 ISO, cioe' arriva una quantita' di luce dimezzata.

Discorso per certi versi speculare per quanto riguarda i sensori digitali.
Al posto dei cristalli di argento abbiamo dei sensori chiamati diodi capaci di catturare l'energia luminosa e di convertirla in segnale elettrico, un diodo commercialmente parlando corrisponde ad un pixel, e come i cristalli di argento e' ovvio che più grandi sono più luce riescono a catturare.
Nel caso di sensori digitali piccolissimi come quelli di uno smartphone e' evidente che al loro interno non possono coabitare oltre un certo numero di diodi, quindi il sentir parlare di milioni di pixel stipati in un sensore di 10mm x 5mm, scusatemi la brutalità, ma si tratta di truffa legalizzata.
Non perche' non e' vero che ci stanno dentro, ma perché si vuole attrarre la clientela con pubblicità ingannevole, facendo  credere che una dicitura di per se esatta non corrisponde a risultati sperati, con conseguente inevitabile delusione, a meno che non ci si limiti a osservare le foto sul mini monitor di uno smartphone.
Questo perche' i diodi così compressi in poco spazio si fanno addirittura ombra fra di loro, catturando quindi ancora meno luce e obbligandoci ad impostare sensibilità maggiori con decadimento della qualità dell'immagine.
E' un cane che si morde la coda, si aumentano i diodi in spazi sempre più limitati nel tentativo di aumentare la qualità immagine, che invece decade proprio per l'eccessivo numero di pixel.
Il discorso e' diverso se parliamo di sensori di dimensione adeguata, prendendo ad esempio il cosiddetto full frame o formato pieno, quindi di dimensioni comparabili al formato 24x36 mm a pellicola, il classico formato Leica 35mm.
C'e' un enorme differenza fra i 10 milioni di pixel stipati in mezzo cm quadro e i 10 milioni comodamente alloggiati in un sensore full frame.
Comunque anche in caso di sensori full frame montati su fotocamere al top della gamma, dobbiamo essere consapevoli che oltre un certo limite non possiamo andare, e che ritorniamo al concetto espresso prima parlando di pellicola.
Aumentando elettronicamente, tramite le impostazioni della nostra fotocamera, la sensibilità del sensore aumenteremo inevitabilmente anche il disturbo elettronico, detto comunemente rumore di fondo, ottenendo  lo stesso sgradevole risultato di immagini sgranate e disturbate soprattutto visibili nelle zone in ombra e uniformi.
Quindi anche nel caso di fotocamere digitali, chi ambisce ad ottenere immagini dalla  massima nitidezza e col massimo dettaglio, deve impostare la fotocamera su dei valori di sensibilità più bassi possibile.

Quindi sintetizzando ricordate bene per i prossimi post:

       MASSIMA SENSIBILITA' = MINORE NITIDEZZA

Abbiamo cosi' analizzato brevemente il primo dei tre parametri che controllano l'esposizione, nei due prossimi post parleremo di diaframma e tempo di esposizione, per arrivare poi a capire come i tre parametri possono essere da noi controllati e gestiti al meglio per arrivare al risultato da noi visualizzato.



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